Il Bosco di Santa Franca

Un ringraziamento a Giancarlo Rocca, autore del libro "Bacedasco dal X secolo ad oggi" da cui sono tratte molte delle informazioni presenti in questa pagina.
A poca distanza dalle fonti di Bacedasco si trova il Bosco di Santa Franca, un suggestivo bosco di castagni di grande prestigio naturalistico e storico. L'area costituisce uno dei rari esempi locali di bosco planiziale, veri e propri relitti delle grandi foreste che, prima dei massicci disboscamenti avviati nel basso Medioevo, ricoprivano gran parte della Pianura padana: per questo motivo, la flora e la fauna del bosco sono assai ricche e includono specie che, se in passato erano tipiche dell'ambiente locale, appaiono oggi sempre meno frequenti.
Nel cuore del bosco sorge la cappelletta dedicata a Santa Franca da Vitalta (1175-1218), patrona della Val d’Arda. Il legame della Santa con il bosco si fonda su una leggenda popolare: un giorno, infatti, Santa Franca sarebbe stata vista nel bosco con le sue pecore. Qui, in cerca di acqua per dissetare loro e se stessa, avrebbe scavato con le sue mani nella roccia di fronte all'attuale cappella, trovandovi acqua che prese a sgorgare. Da allora l'acqua scoperta miracolosamente dalla Santa continuerà ad alimentare una fontanella costruita successivamente.
Di fronte alla sorgente, dunque, viene eretto nel 1223 l'oratorio. Le tormentate vicende che nei secoli ne scandiscono la storia portano a un alternarsi di lunghe fasi di abbandono e successive restaurazioni. L'importanza del luogo di culto risulta comunque notevole se, dopo essere stato danneggiato nel 1636 da mercenari al soldo degli spagnoli, viene nuovamente risistemato e omaggiato da papa Clemente X. La forte devozione popolare per Santa Franca, in effetti, spinge tanti fedeli a recarsi in preghiera all’oratorio e a bere l’acqua della fontanella, che secondo varie testimonianze è alla base di diverse guarigioni miracolose. Anche a causa di tale prestigio popolare, il '700 è animato dalle ostilità fra le parrocchie di San Lorenzo e Bacedasco per la rivendicazione dell'autorità sull'oratorio di Santa Franca, che si trova al confine fra le due parrocchie. Il perdurare delle tensioni richiederà un intervento delle autorità che, infine, assegneranno la cappella a Bacedasco.
Nel '900 la cappelletta torna ad essere un luogo di culto condiviso dai parrocchiani di entrambe le località, mentre il grande bosco viene in parte coltivato dalle famiglie che lo abitano e lo curano. Gli antichissimi sentieri che si snodano fra i castagni secolari, i rivi e le piccole costruzioni fanno del bosco un luogo dall'atmosfera quasi fiabesca.
A poca distanza dalle fonti di Bacedasco si trova il Bosco di Santa Franca, un suggestivo bosco di castagni di grande prestigio naturalistico e storico. L'area costituisce uno dei rari esempi locali di bosco planiziale, veri e propri relitti delle grandi foreste che, prima dei massicci disboscamenti avviati nel basso Medioevo, ricoprivano gran parte della Pianura padana: per questo motivo, la flora e la fauna del bosco sono assai ricche e includono specie che, se in passato erano tipiche dell'ambiente locale, appaiono oggi sempre meno frequenti.
Nel cuore del bosco sorge la cappelletta dedicata a Santa Franca da Vitalta (1175-1218), patrona della Val d’Arda. Il legame della Santa con il bosco si fonda su una leggenda popolare: un giorno, infatti, Santa Franca sarebbe stata vista nel bosco con le sue pecore. Qui, in cerca di acqua per dissetare loro e se stessa, avrebbe scavato con le sue mani nella roccia di fronte all'attuale cappella, trovandovi acqua che prese a sgorgare. Da allora l'acqua scoperta miracolosamente dalla Santa continuerà ad alimentare una fontanella costruita successivamente.
Di fronte alla sorgente, dunque, viene eretto nel 1223 l'oratorio. Le tormentate vicende che nei secoli ne scandiscono la storia portano a un alternarsi di lunghe fasi di abbandono e successive restaurazioni. L'importanza del luogo di culto risulta comunque notevole se, dopo essere stato danneggiato nel 1636 da mercenari al soldo degli spagnoli, viene nuovamente risistemato e omaggiato da papa Clemente X. La forte devozione popolare per Santa Franca, in effetti, spinge tanti fedeli a recarsi in preghiera all’oratorio e a bere l’acqua della fontanella, che secondo varie testimonianze è alla base di diverse guarigioni miracolose. Anche a causa di tale prestigio popolare, il '700 è animato dalle ostilità fra le parrocchie di San Lorenzo e Bacedasco per la rivendicazione dell'autorità sull'oratorio di Santa Franca, che si trova al confine fra le due parrocchie. Il perdurare delle tensioni richiederà un intervento delle autorità che, infine, assegneranno la cappella a Bacedasco.
Nel '900 la cappelletta torna ad essere un luogo di culto condiviso dai parrocchiani di entrambe le località, mentre il grande bosco viene in parte coltivato dalle famiglie che lo abitano e lo curano. Gli antichissimi sentieri che si snodano fra i castagni secolari, i rivi e le piccole costruzioni fanno del bosco un luogo dall'atmosfera quasi fiabesca.

È così che il bosco si presenta quando, negli anni '60, l’intera area viene acquistata dalla società delle Terme di Bacedasco, con l'obiettivo di farne una sorta di zoo con "animali indigeni". L’ambizioso progetto prevede, tra le altre cose, di collegare il parco termale al bosco grazie al celebre impianto ferroviario delle Terme, opportunamente ampliato. Così, mentre arrivano le prime specie animali da attrazione, iniziano i lavori: l'intero bosco viene recintato, sono avviate opere – fortunatamente interrotte – di disboscamento, viene demolito il piccolo rilievo che separava la valle delle Terme da quella del bosco preparando così il passaggio per far entrare il trenino e viene scavato un laghetto artificiale. Vengono poi intrapresi lavori presso l’antica sorgente, con l'obiettivo di commercializzarne l'acqua: tali opere, però, si traducono unicamente nell'improvvida distruzione dell'antichissima fontana da cui sgorgava l'acqua scoperta dalla Santa.
Di lì a poco, la chiusura delle Terme porta all'interruzione dei lavori e al definitivo accantonamento del progetto di trasformazione del bosco.
I successivi decenni di abbandono hanno in gran parte cancellato i segni della presenza umana: del bosco abitato e coltivato sopravvivono solo pochi ruderi nascosti dalla vegetazione. La radura centrale è stata preservata grazie all'intervento di volontari locali, che nel 2007 hanno provveduto al restauro della cappelletta e alla ricostruzione, dopo il rinvenimento della vena d'acqua, di una nuova fontanella in luogo di quella ormai perduta. Recentemente, grazie a un accordo con la proprietà, l'area è tornata nella disponibilità del Comune di Castell'Arquato che l’ha resa nuovamente fruibile, mentre i volontari del Circolo Culturale Valtolla hanno curato la predisposizione e la promozione di nuovi percorsi per camminate nel bosco.
Di lì a poco, la chiusura delle Terme porta all'interruzione dei lavori e al definitivo accantonamento del progetto di trasformazione del bosco.
I successivi decenni di abbandono hanno in gran parte cancellato i segni della presenza umana: del bosco abitato e coltivato sopravvivono solo pochi ruderi nascosti dalla vegetazione. La radura centrale è stata preservata grazie all'intervento di volontari locali, che nel 2007 hanno provveduto al restauro della cappelletta e alla ricostruzione, dopo il rinvenimento della vena d'acqua, di una nuova fontanella in luogo di quella ormai perduta. Recentemente, grazie a un accordo con la proprietà, l'area è tornata nella disponibilità del Comune di Castell'Arquato che l’ha resa nuovamente fruibile, mentre i volontari del Circolo Culturale Valtolla hanno curato la predisposizione e la promozione di nuovi percorsi per camminate nel bosco.
Bibliografia
Sitografia
- Giancarlo Rocca, Bacedasco dal X secolo ad oggi, Tipografia Marchi, 1999.
- Sergio Efosi, Il bosco e la cappelletta di Santa Franca a San Lorenzo di Castell'arquato, in «Quaderni della Valtolla» XV, Ace International, Vernasca 2013.
- Fausto Ferrari, Sergio Efosi, Il cammino di Santa Franca, Grafiche Lama, Piacenza 2015.
Sitografia
- Bosco di Santa Franca - Wikipedia
- Il parco di Santa Franca - castellarquato.com
- L'oratorio di Santa Franca - castellarquato.com
- Il bosco misterioso di San Lorenzo di Castell'Arquato - Valdarda Blog
- La cappelletta contesa a San Lorenzo - Valdarda Blog
- Castell'Arquato e San Lorenzo: tra storia, antichi castagneti e rogiti - Quaderni della Valtolla
- Santa Franca: una storia da camminare... - Valtolla's Blog